giovedì 22 febbraio 2018

Recensione in anteprima: I fiori non hanno paura del temporale - Bianca Cataldi





Titolo: I fiori non hanno paura del temporale
Autore: Bianca Cataldi
Genere: Narrativa
Editore: Harper Collins
Pagine: 288
Prezzo: 8.99€ eBook
              17.00€ copertina flessibile
Data di pubblicazione: 22 Febbraio 2018

Bologna 1997. La stanza è in penombra e i libri e le musicassette sono sparsi dappertutto. Distesa sul letto, la camicia a quadri e i Nirvana sparati nelle orecchie dal walkman, Corinna muove i piedi a tempo e non stacca il naso dalla pagina. Ha sedici anni, i capelli rossi come fili di rame e un viso ricoperto di lentiggini su cui spiccano due occhi d'acciaio. È la figlia del primo grande amore di sua madre che se ne è andato poco prima del parto. Serena, detta Poochie, ha sette anni, i capelli scuri stretti in due codini fermati da elastici a forma di arcobaleno ed è la sua sorellastra. Il suo desiderio più grande è farsi considerare da quella sorella maggiore così misteriosa, sempre rintanata dietro le pagine di un libro e con le cuffie calcate sulla testa. Vivono in una grande e caotica tribù allargata in cui vige il matriarcato e dove per ogni decisione ci si rivolge al consesso delle antenate riunite nella cappella di famiglia al cimitero. Una famiglia fatta di donne dal sangue cocciuto e in cui nessuna tristezza può resistere di fronte al sapore magico di un tiramisù al pistacchio. Eppure l'equilibrio familiare comincia a vacillare quando Corinna riceve una strana scatola da scarpe chiusa malamente con del nastro adesivo. Dentro ci sono degli oggetti apparentemente scollegati tra loro, ma che sono l'ultimo regalo del suo vero padre, scomparso improvvisamente in un incidente. Corinna non ha dubbi: quegli oggetti hanno un significato e lei deve scoprirlo. Decide così di partire, insieme a Serena, per una caccia al tesoro per le vie di Bologna. La scatola in borsa e un sogno tra i capelli ribelli: trovare il segreto delle sue radici e, inevitabilmente, la propria strada nel mondo.

recensione

Non scriverò niente sulla trama di questo libro e, forse, la recensione risulterà troppo corta, ma non posso fare altrimenti. Perchè qui non stiamo parlado di un romanzo qualsiasi, stiamo parlano di un viaggio. Un viaggio che ha molto sfaccettature, quella di Serena che narra la storia e che per la prima volta facendo uscire le parole a lungo trattenute ed imprimendole nella carta riesce a dare un senso a quello che è successo nella sua vita. Il viaggio di Corinna che in un certo senso diventa donna, pur restando comunque figlia. Il viaggio della loro piccola tribù, fatta da una madre molto presente, da un padre calmo ma attento, da Donna Marzia che all'inizio non ne faceva parte, ma alla fine c'è stata più di chiunque altro, dalla nonna e dalle sue 8 sorelle che, seppur invisibili, ne formano il capostipide.
E' un viaggio alla scoperta dei sentimenti umani, così come appaiono visti dagli occhi di una bambina di sette anni che tante cose non le capisce bene, ma tante altre le intuisce meglio di tutti.
Un viaggio con un guida, la Madre Terra, che al momento giusto manda ai suoi figli segnali inequivocabili e Serena, la cui nonna fin da piccola ha insegnato ad ascoltare ciò che le avveniva oltre che ad osservarlo, piano piano inizierà a coglierli.
Mamma era quella dei lunghi discorsi, nonna era quella delle favole e Donna Marzia era quella del cucchiaio di legno sul sedere. Poi c'era mio padre, l'uomo che sapeva contare fino a dieci prima di parlare.
Vorrei parlare di queste donne, così forti e coraggiose. Vorei raccontarvi della capacità innata che hanno di resistere ad ogni tempesta, di guardare neglio occhi la realtà e capirla, accettarla, ma senza mai piegarsi di fronte a quello che la vita pone davanti a tutte loro. 
Vorrei raccontarvi degli uomini che hanno incontrato, dei loro amori, finiti o di una vita, di come abbiano sempre saputo quando fosse il momento di lottare per loro e di quando invece fosse solo il momento per lasciare andare. Lo ha fatto la nonna con il nonno, quel giorno in cui lui è partito per un viaggio infinito, lasciandola sola con la sua presenza invisibile e quella fede su cui porta scritto "30 Febbraio" in ricordo di quando si sono innamorati, in un momento fuori dal tempo. Lo ha fatto la mamma con Marco, il papà di Corinna, che se n'è andato ancor prima che partorisse e che di quella figlia non ha mai voluto sapere niente, ma che, all'improvviso, rientra nelle loro vite dentro una scatola di scarpe taglia 44, chiusa con del nastro adesivo. Lo fanno tutte ogni giorno, consapevoli che se lasceranno andare qualcuno, egli prenderà la via che il destino ha pensato per lui.
Qualcuno lo chiama destino, qualcun'altro fato. Io lo chiamo con la stessa parola che usano i francesi per chiedere il conto in un ristorante: addition. La somma di tutte le scelte
Vorrei parlarvi di Corinna, che più di tutti in questo romanzo cambia e si trasforma, come il brutto anatroccolo. Sarà lei a coinvolge Serena in una pazza ricerca delle sue origini in giro per Bologna, lei che dovrà accettare la perdita di unaparte di sè che ancora non aveva scoperto, lei che dovrà capire quali sono le cose veramente importanti. Lei che negli spiriti di cuiparla la nonna non ci cree più di tanto, lei che non sente la presenza invisibile delle persone e che, per questo, si sente un po' distante da quella famiglia di donne alpha che della vita hanno arlato fin troppo.


Ma non farò nulla di tutto questo, non vi parlerò delle donne e degli uomini, di Corinna e Serena e del loro viaggio. Questa sarà la mia recensione non recensione. Così come spesso non è possibile descrivere una sensazione, allo stesso modo non è possibile descrivere questo romanzo. Il romanzo è esattamente questo: una sensazione, che ti entra pian piano sotto pelle e che ti avvolge con le sue braccia, lasciandoti senza fiato.
Un viaggio che io non vedevo l'ora di compiere e poi di finire, per poterlo compiere di nuovo. State attente prima di partire, perchè quando tornerete a casa non sarete più le stesse.





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