martedì 6 giugno 2017

Recensione: Insegnami a vedere l'alba - Josh Sundquist






Titolo: Insegnami a vedere l'alba
Autore: Josh Sundquist
Casa editrice: Giunti
Genere: Young Adult

Pagine: 264
Prezzo
€ 7,99 (ebook)
                € 13,00 (cartaceo)
Data di pubblicazione: 19 aprile 2017






L'amore è più di quel che vedono gli occhi.
Will, pur essendo cieco dalla nascita, decide di frequentare un liceo pubblico, vincendo i timori della madre iperprotettiva. Inizia così un'esilarante tragicommedia: in mensa si siede sulle gambe di un compagno, una ragazza ha una crisi di nervi convinta che lui la stia fissando... Per riparare, Will si offrirà di aiutarla a scrivere un articolo su una mostra di Van Gogh: impresa difficilissima, perché a Will mancano totalmente il concetto di prospettiva, di colore, e Cecil deve spiegargli ciò che vede evitando qualsiasi metafora visiva.
Quando a Will viene offerta la possibilità di affrontare un'operazione sperimentale che potrebbe ridargli la vista, il padre, medico, cerca di dissuaderlo perché i casi di successo sono rarissimi e le ricadute psicologiche spesso pesantissime. Ma Will decide di rischiare e le conseguenze, seppur inaspettate e difficili da superare, gli rivoluzioneranno meravigliosamente la vita.





Sono sincera. Ho iniziato a leggere questo libro per pura curiosità. Il titolo era abbastanza paradossale visto che il protagonista del romanzo è un cieco. Si, è abbastanza squallido. Eppure sin dalle prime pagine ne sono rimasta catturata.

Will è cieco dalla nascita e per tutta la sua vita ha frequentato esclusivamente luoghi con persone che avevano il suo stesso “problema”. Ma il suo intento non è vivere come un emarginato; lui vuole essere come gli altri suoi coetanei. Così, convinti i genitori, si iscrive alla scuola pubblica e da qui iniziano le sue avventure alla scoperta di un mondo del tutto nuovo. 

E’ impossibile non empatizzare con il nostro protagonista non solo perché il romanzo è narrato in prima persona, ma soprattutto perché Will è un ragazzo molto solare e carismatico. Non si comporta da vittima ma, anzi, cerca di ironizzare sulla sua cecità e questo, a mio parere, è simbolo di grande forza e intelligenza. Non ha bisogno di qualcuno che gli faccia da guida; può orientarsi da solo ovunque. E non ha bisogno di quel senso che sin dalla nascita non possiede. Non sa cosa significhi vedere. Ecco perché quando il suo medico gli propone un possibile intervento che potrebbe portarlo a vedere per la prima volta entra in crisi.
In fondo, ha vissuto tutta la vita senza vedere e sta bene. Tuttavia, con la vista avrebbe avuto la possibilità di vedere Cecil, la sua dolce compagna di classe e qualcosa di più di un’amica.
 


E’ difficile trattare tematiche del genere non scadendo nel banale, nella tragedia o, addirittura, nel cattivo gusto. Eppure l’autore sembra esserci riuscito. Certo, il finale  è abbastanza discutibile (non vi spoilero, ovviamente). Ma nonostante ciò, il problema è presentato dal suo punto di vista personale non da medici, genitori o chi altro. E per la prima volta viviamo l’esperienza di un ragazzo cieco che deve decidere cosa è meglio per lui. Si, perché non è detto che acquistare la vista sia la scelta migliore. La questione, quindi, non è ovvia. Ed è stata affrontata coerentemente.

Per quanto riguarda gli altri personaggi ho apprezzato molto Cecil e il padre di Will. Cecil sarà un’ancora per Will. Anche se avrei preferito che il suo personaggio fosse approfondito maggiormente.
Il padre di Will, invece, si dimostra comprensivo. Solitamente da un genitore ci aspetteremmo un atteggiamento chiuso, quasi schivo. Ma suo padre mostra il suo lato più umano nei confronti del figlio soprattutto quando deve prendere la decisione più importante della sua vita. Un altro genitore, probabilmente, lo obbligherebbe o spingerebbe a sottoporsi all’intervento e, invece, lui non fa nulla di tutto ciò. Will è libero di decidere della sua vita indipendentemente dal suo volere. E questo è, forse, uno dei più bei gesti di fiducia che un padre possa dare ad un figlio.

Il libro si legge davvero in poche ore. La scrittura è scorrevole e l’uso della prima persona permettere al lettore di immedesimarsi nel migliore dei modi. Quindi, vi consiglio assolutamente questo libro; è perfetto per una lettura estiva!


VOTO:



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