giovedì 14 settembre 2017

Recensione: La farfalla d'ombra - Yali Ou Ametistha

Buongiorno Lettori Accaniti!
Oggi voglio parlarvi di un romanzo che mi ha incuriosito moltissimo per i numerosi generi letterari a cui appartiene. Spero che la recensione vi piaccia!





Titolo: La farfalla d'Ombra
Autore: Yali Ou Ametistha
Editore: self published
Pagine: 563
Data di pubblicazione: 29 Dicembre 2016 
Genere: Fantasy
Prezzo: 16.12 € copertina flessibile
5.99 € ebook



Molte volte mi è stato chiesto di raccontare come fossero andate realmente le cose e io non mi sono mai decisa a ripercorrere la mia vita con la memoria, perché per chi cammina sulle sue gambe da così tanto tempo come me, ricordare diventa un gioco troppo crudele. Ho anche provato ad ignorare ciò che è rimasto dei miei diari, ma non ho mai sopportato i buchi nelle librerie, i lampadari a cui manca una candela o una lampadina, i quadri storti e gli sportelli aperti; quindi, come resistere alla tentazione di rimettere insieme le pagine perdute?
Chi mi conosce sorride per il mio modo bizzarro di esprimermi, e vi chiedo pazienza, vi chiedo di perdonare il mio idioma, poiché esso è l’insieme delle lune che sono sorte sulla mia pelle, dei passi che ho messo uno in fila all’altro, delle lingue che ho appreso e parlato, dei luoghi che ho visitato e delle anime che ho preso.
Non sono una scrittrice, pertanto è senza maestria che vi racconterò la mia storia.
La Farfalla d’Ombra.



Non ce ne accorgiamo mai di quante cose divoriamo e tratteniamo dentro di noi. Non ci accorgiamo di quante cose si fissano nell'animo senza che noi lo vogliamo. Eppure è così che va la vita. Scordiamo ciò che non vorremmo mai perdere e ricordiamo ciò che vorremmo non ci tornurasse più.
Così, senza che ce ne rendiamo conto, mentre siamo impegnati a dimenticare, tutto cambia. Tutto inesorabilmente cambia volto, cambia colore, cambia sapore.
La mia vita, capricciosa, iniziò a mutare un'altra volta ancora.



A quasi un anno dall'uscita di questo romanzo, mi ritrovo a scriverne la recensione.
Purtroppo ultimamente siamo state sommerse di lavoro (sia per il blog, che nella vita reale) e quindi ci siamo ritrovate a questo punto.
Ma, come insegnano i Pooh, mai dire mai; ed infatti finalmente la recensione è qui! Spero che vi sia utile lo stesso, io non volevo perdere l'occasione di parlarvene.

La Farfalla d'Ombra parla di Yalita, una giovane donna costretta a sposarsi per risollevare le fortune del suo buon nome.
Inutile dire che la protagonista non ne vuole neanche sapere di accasarsi con un uomo con il doppio dei suoi anni e, per giunta, con l'unico scopo di ricavare dei soldi da questa unione. 
Per questo motivo, subito dopo la cerimonia, la giovane decide di scappare e di inoltrarsi nei boschi nella speranza di essere persa di vista e di riuscire a sfuggire al suo infausto destino. Ferita da un colpo di spada e stremata dalla lunga corsa, perde i sensi nei pressi di un villaggio.
Quando rinviene, scopre con stupore di trovarsi in un luogo magico, quasi surreale, in cui non solo le donne hanno poteri pari a quelli dell'uomo, ma sono anche costrette a lavorare per sopravvivere.

Yalita rimane incantata da questo mondo e comincia un'esistenza all'insegna del lavoro, delle scoperte e dei nuovi rapporti allacciati con gli abitanti del villaggio.
Lì incontra il Mago, una figura affascinante quanto sfuggevole, che le regala attimi di ebbrezza ed esperienze al limite del paranormale con le sue storie fantastiche. Sempre nel villaggio incontra Arthur, un giovane girovago, che fa impazzire tutte le ragazze del posto e che la designa come sua "sorellina".
Yalita impara quindi cosa sia l'amore, cosa voglia dire soffrire per averlo perso e cosa si provi a far parte di un pettegolezzo sulla bocca di tutti.
E questo, tutto sommato, le va bene e la aiuta a trovare un suo equilibrio.
Ma non è qui che Yalita è destinata a rimanere e presto tutto cambia di nuovo.
Inizia così per la giovane, una vita che la condurrà dove non avrebbe mai immaginato di arrivare, in luoghi difficilmente visitabili dagli umani e a cui si dovrà adattare se vuole sopravvivere.
Non c'erano pie donne o cavalieri senza macchia e senza paura. V'era una sorta di cameratismo e di senso di appartenenza che andava al di là di una missione da compiere.
Era la vita reale. Erano compagni di vita che si stringevano attorno al diverso per capire cosa lo rendesse tale, senza chiedere, ma vivendoci in sintonia.
Non era paradiso, tutt'altro, era vita di strada. Non c'erano centrini ricamati o tende con le balze alla finestre sudicie. Ben altra faccenda.

Darei il punteggio pieno a questo libro solo per la maestria con cui è scritto, non sto esagerando. Il linguaggio e lo stile con i quali il romanzo è narrato sono molto ricercati ed allo stesso tempo molto fluidi e musicali.
Era da un bel po' che non mi capitava di imbattermi in un romanzo scritto così bene e la cosa che mi ha stupito molto è il fatto che venisse da un self published e che, quindi, non ci fosse dietro un lavoro di editing o di "rimaneggiamento" del libro come avviene quando si pubblica con una casa editrice.
Anche l'ambientazione è molto specifica e molto ben costruita. Si vede che c'è dietro un grosso lavoro di ricerca, tutto (da particolari oggetti quotidiani, ad alcune tecniche di lavorazione, ai luoghi di incontro comune) è pertinente all'epoca in cui prende vita la storia e, per questo, tutta la vicenda appare dai contorni reali e verosimili.
Ho molto apprezzato tutti questi elementi ed adoro il fatto di averli trovati in un romanzo al di fuori di una qualche libreria e di avere la possibilità di condividerlo con voi.

Anche i personaggi, per quanto a volte solo di passaggio, sono ben costruiti. Ognuno di loro ha intenti, emozioni e sentimenti e, per quanto a volte questi non siano compresi da Yalita, non falliscono mai nel dimostrarli al lettore.
Il mio personaggio preferito in assoluto (oltre alla protagonista, ovviamente) è Arthur, anche se ha poco spazio all'interno della storia.
Per quanto riguarda Yalita, mi ha dato l'impressione di una donna a tratti confusa e spersa, a tratti determinata a prendere in mano e sorti della sua vita. Nonostante ciò non mi ha dato l'impressione di una donna forte, devo dire la verità. Brava a sopravvivere nelle circostanze che le sono capitate, ma mai abbastanza determinata per cambiarle.
Stranamente questo non ha inficiato sul gradimento che ho avuto del libro e nemmeno sul suo giudizio. In qualche modo questo personaggio è adatto alla storia che l'autrice ha cercato di raccontare.

Insomma, consiglio questo libro a tutti i Lettori alla ricerca di qualcosa di diverso dal classico fantasy o dal classico romance. In questo romanzo si può trovare un miscuglio di generi quasi unico e le sue pagine scorrono talmente veloci che non ci si accorge di quando si è passati da l'uno all'altro.
Come sempre, spero di avervi suggerito una buona lettura per questo periodo di ripresa dell'attività invernale (sigh).
Noi ci vediamo presto con una nuova recensione!
 




VOTO:



4 commenti:

  1. Buon giorno Giulia, sono felicissima di leggere questa tua recensione, in quanto... Beh, in quanto editor de "La Farfalla d'Ombra".
    L'unica aggiunta che vorrei fare a quanto hai già detto riguarda infatti proprio l'editing, perché sì, è vero che Yali è self published, ma ha avuto ben due editor: me, Irene Emme, e Valentina Di Martino; per cui, posso garantirti che l'autrice scrive in un corretto italiano e ha uno stile estremamente scorrevole, che coinvolge e cattura fino a far dimenticare la realtà e il tempo che passa anche allo stato grezzo, ma non le è mancato l'editing.
    Yali infatti è ben consapevole dell'importanza di questa operazione sul testo: non a caso collaboriamo insieme in lavori di editing incrociato, come anche testimonia il nostro scarnissimo blog "Rum & Coffee" (https://rumandcoffeeblog.wordpress.com/), che non è troppo curato nell'estetica ma che è la nostra base di appoggio per mostrare come si lavora dietro le quinte su romanzi e copertine così da tirarne fuori dei veri e propri "prodotti" (che siano self o meno).

    Ti ringrazio per aver apprezzato il nostro lavoro (alla fin fine è stato un po' un lavoro di squadra...), e faccio di nuovo i complimenti a Yali per la sua maestria nel miscelare tanti generi, per la capacità di accostare linguaggio aulico a comune, per l'impeccabile caratterizzazione dei personaggi, per la fluidità della scrittura e per aver reso giustizia ai vampiri, ultimamente diventati troppo melensi, umanizzati e sbarluccicanti.

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    1. Buongiorno Irene, non mi era stato fatto cenno al ruolo che tu e Valentina avevate avuto nell'editing del libro. Pertanto (dal momento che nei libri ho il brutto vizio di saltare ringraziamenti e copyrights) ho presunto che fosse un lavoro svolto unicamente dall'autrice. Hai fatto bene a precisarmelo e provvederò a modificare la parte non appena possibile.
      Tutto ciò, comunque, non cambia il mio parere. Penso che tutte voi abbiate fatto un lavoro magnifico con questo romanzo.
      Ancora complimenti e ti ringrazio per la gentilezza e l'educazione mostrata. Buona giornata

      Giulia

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  2. Oddio, spero si sia colto il senso del mio intervento, ma forse no... Anch'io ho bisogno di editing, aiuto! XD

    Cerco di spiegarmi meglio, perché forse leggendomi si intende che sono piccata per non esser stata menzionata; in realtà, nulla di tutto questo: innanzi tutto non sono affatto indispettita o irritata, e quello che ho postato è in pratica un po' un proseguo di un discorso che in vari frangenti e luoghi virtuali va avanti da un po', ossia l'importanza dell'editing.
    Purtroppo molto spesso lettori e scrittori non si rendono conto di quanto sia fondamentale questo processo per tirar fuori un buon romanzo, e così mi passano davanti agli occhi autori che sono convinti di potersi auto-editare, autori che "intanto-pubblico-poi-vediamo", autori che finiscono nelle grinfie di pseudo case editrici che non li editano per nulla e li pubblicano in soldoni come self, con l'unica differenza che il guadagno dello scrittore si riduce a una percentuale infima...

    Insomma, in poche parole stiamo cercando con Yali di "rieducare" lettori e scrittori, di mostrare loro nel nostro piccolo la differenza d'effetto tra una frase errata, imprecisa o tirata via rispetto a una ben ponderata e strutturata, o tra una copertina che è un mero collage di immagini e scritte e una cover che alletta l'occhio e ha senso del marketing; di far capire cosa è "bello" e cosa è "brutto", a prescindere dai gusti personali di ognuno, perché in questo marasma di testi self pubblicati "a mitragliatrice", senza un minimo di cura, la gente comincia a non essere più capace di distinguere una cosa ben fatta da una buttata lì a casaccio, tanto per dire: "ehi, sono uno scrittore!".

    Dunque, quello che volevo dire è che di Irene Emme in sé per sé non ce ne frega niente (anche se ci tenevo molto a ricordare la mia collega Valentina Di Martino ^^), mentre invece dell'editing sì che deve importarcene, perché è imprescindibile.

    Ti ringrazio di nuovo, sia per la tua risposta, sia per la considerazione che hai avuto de "La Farfalla d'Ombra" (in tutte le sue declinazioni, da autrice a editor).

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    1. Tranquilla, avevo colto il senso del tuo commento!
      Condivido la vostra opinione sul processo di editing, spesso messo in secondo piano nell'ambito del self-publishing (e anche dell'editoria, purtroppo!).
      Sicuramente il lavoro di un professionista che ha studiato e ha delle qualifiche in questo ambito non può essere paragonato ad una semplice rilettura, per quanto accurata.
      Sono contenta di aver avuto questo scambio di idee con te, vi rinnovo i complimenti.

      Giulia

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