giovedì 29 settembre 2016

Intervista & Recensione: Possessum - Silvia A. G. Mirth






Titolo: Possessum.
Serie: Possessum #1.
Autrice: Silvia A. G. Mirth.
Casa editrice: Acar Edizioni.
Prezzo cartaceo: 18,00 €.
Data di pubblicazione: 31 Luglio 2016.

Règine Imbert ha vent'anni, parigina doc e studentessa di Arti e Beni culturali alla Sorbona, partecipa assieme ad un gruppo del corso di archeologia ad uno scavo a Cerveteri, in Italia. Tra gli studenti c'è Etienne, giovane dell'alta società parigina che Règine mal sopporta. I due ragazzi vengono accoppiati per il laboratorio ed è proprio durante lo scavo che ritrovano un'antica urna cineraria di origine etrusca. Da quel momento i loro destini saranno legati inesorabilmente. Infatti, legati da entità invisibili, Règine ed Etienne si ritrovano a combattere un nemico di cui non conoscono nemmeno il nome o la forma e quello che era nato come un gioco si trasforma lentamente in un vero e proprio incubo ad occhi aperti. Ricerche dopo ricerche, visite alle personalità più misteriose e particolari di Parigi e sogni di antiche civiltà oramai estinte, porteranno i due a vivere una realtà che mai avrebbero immaginato. Un romanzo paranormale dai toni thriller e una sola domanda fondamentale: come puoi combattere il male se il vero nemico è dentro di te?
Silvia Ganzarolli, in arte Silvia A. G. Mirth, nata nel 1993 a Gorgonzola ( MI ) e tutt'ora residente nello stesso paese, è prima figlia di tre fratelli e inguaribile lettrice. 
Da sempre appassionata di lettura e di lingue, divoratrice di romanzi fin da piccola, dopo un percorso scientifico al liceo ha deciso di seguire le sue passioni, iscrivendosi alla facoltà di Lettere Moderne all'Università degli Studi di Milano. Quando non si prepara per gli esami ( e non bada ai suoi animali ), passa le giornate intere a scrivere. 
È traendo ispirazione dalla quotidianità che cerca le trame per le sue storie, " Possessum" infatti è il suo primo romanzo inedito, primo di una trilogia paranormal-romance, nato dagli appunti del corso di Etruscologia.




Salve a tutti miei divoratori di libri! Prima di passare alla mia recensione riguardo il libro ho qui da proporvi l'intervista che sono riuscita a strappare alla gentilissima autrice. Prima di pubblicarla, la ringrazio
ancora per la sua disponibilità e ora, buona lettura!


* Si schiarisce la voce.* Bene bene, signorina Silvia, buongiorno, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte, le do tutto il tempo che vuole per rispondere alle mie domande, quindi, iniziamo!


Dunque, dunque, dunque! L'idea di Possessum, dov'è nata? Insomma, molti scrittori si basano su sogni che hanno fatto, esperienze di vita, hanno continui stimoli per scrivere. Tu quali stimoli hai avuto?
Ho frequentato il corso di Etruscologia e di Archeologia entrambi in università, e l'idea base di Possessum è nata proprio da una lezione particolarmente interessante di Etruscologia. Me ne stavo seduta lì con mio cugino, e mi si è letteralmente accesa una lampadina. Mi sono detta che solitamente si tende ad associare figure più cupe agli uomini, mentre le donne sono sempre angeliche. Non voglio fare molti spoiler nel caso qualcuno non lo abbia letto, ma in generale l'idea è nata dal corso. In università ci si annoia molto, bisogna avere qualcosa da fare! Dopodiché sono tornata a casa e sono corsa dalla mia editor a dirle " Ma secondo te, un romanzo del genere, avrebbe senso? ". Quando mi ha detto di sì, nel giro di due giorni avevo incominciato a scriverlo. Ho da sempre problemi con il mio vero cognome ( Ganzarolli ), le persone non lo capiscono, lo scrivono sbagliato e non sanno mai quante "l" mettere. Così ho pensato al cognome di mia nonna materna, una delle persone più importanti della mia vita, ma accostato al mio nome era proprio inascoltabile. Così ho deviato su quello di mia madre, ma con il mio nome suonava comunque un po' male. Dopo aver mischiato cognomi, nomi, codici fiscali e soprannomi, è finalmente arrivata l'illuminazione nella disperazione: ho provato a tradurre in inglese il cognome di mia madre, ed ecco come è nato il " Mirth "..
Zanzan! Seconda domanda! Sono curiosa di sapere per che cosa sta il nome Mirth. Vuoi parlarcene?
Allora, la scelta e la nascita dello pseudonimo è stata letteralmente un parto. Forse più lunga e travagliata della scelta del titolo di Possessum.La "A", invece, è il nome con cui una larga parte degli amici mi conosce, soprattutto sul web: Andrea. Doveva essere il mio nome alla nascita, ma i miei genitori hanno avuto problemi con l'anagrafe che si rifiutava di registrarmi con il sopracitato in quanto a loro detta "nome maschile". Insomma, ci sono affezionata, è il primo nome che i miei genitori avevano scelto di darmi. Mentre "G" è il mio vero cognome che non voglio comunque cancellare. Mio padre tiene molto che ci sia, la sua (nostra) è una famiglia particolare, ha trascorsi piuttosto infelici. Mia zia dice sempre che tutti i Ganzarolli sono sfigati e non combinano mai nulla nella vita, quindi sia per me, che per lui, quella "G" conta tantissimo, è la nostra disfatta!
Qual'è stata la parte più sofferta da scrivere del romanzo?
Io sono molto auto-critica, so che se lo rileggessi ora aggiusterei frasi, e probabilmente continuerei a farlo per i prossimi quarant'anni. Sono molto Petrarca dentro, mi piace limare le mie opere, solo che non ne sono mai pienamente soddisfatta e a un certo punto mi dico: «Silvia, datti un contegno: basta» e lascio tutto com'è. Domanda difficile... non credo ce ne sia stata una in particolare, sfornavo circa quattro capitoli al giorno, ma probabilmente direi l'inizio... sì, perché non avevo mai scritto in prima persona e finito il romanzo ho dovuto riscrivere i primi capitoli perché si notava che non avevo ancora quell'affinità con la prima persona passata.
Hai mai avuto ripensamenti su qualche scena da te scritta? Qualcosa che ora vorresti cambiare?
Non cambierei nessuna scena, tutto è incastrato alla perfezione ed è esattamente dove dovrebbe essere. In fatto di editing... come dire, se potessi correggerei tutti gli errori che non mi sono stati corretti.
Etienne e Regine sono ispirati a persone reali?
Mi capita spesso di sentirmi dire che in alcune dinamiche famigliari, parenti e amici rivedono me stessa in Regine. In merito a questo posso solo dire che anche io cucino per tutta la famiglia, canto a squarciagola nel soggiorno con mia sorella, sono ossessionata dalle scarpe, e senza caffè la mattina non carburo nemmeno se mi pagano! Praticamente nessun personaggio è ispirato a persone reali, fatta eccezione di Ann-Marie, la sorellina di Régine. Lei è mia sorella, c'è poco da fare. Ho voluto io che fosse così, la sua personalità, i suoi modi di fare, la sua esuberanza eccessiva... tutto quanto era perfetto per accompagnare la figura di Régine, totalmente diversa da quella di sua sorella. Mentre il gatto Hugo è il gatto di una mia amica, e Cleo ( la micina di Etienne ) è la mia gatta, Neev, solo più pacifica e meno combinaguai!
La cosa che ti è piaciuta più scrivere del primo romanzo qual'è stata?
Il prologo. Io amo il prologo. Senza alcun dubbio. E ovviamente la ripresa del prologo in medias res all'interno del libro. La scena del piccione è la mia preferita! E bhe, l'alternanza fra sogno/realtà, ho adorato scrivere ogni sogno, in particolare quelli in cui lo strato che li separava dalla realtà si faceva così sottile da chiedersi " Ma è un sogno? ".
Hai un personaggio preferito? (TI PREGO ETIENNE -Okay, dovrei fare la giornalista seria, io...)
*ride* Amo scrivere di Régine, lei è particolare e allo stesso tempo molto semplice. Solitamente non amo le protagoniste femminili, le trovo perlopiù contraddittore e poco umane, mentre in lei ho cercato di mettere la sensibilità comune, in modo tale che fosse semplice immedesimarsi e, soprattutto, che ogni sua reazione fosse umana. Non so se ci sono riuscita, ma volevo che Régine fosse una ragazza comune con una vita comune, così che potesse sembrare la lettrice, vostra cugina, la vostra compagna di banco o la vicina di casa. Sebbene lei mi piaccia devo ammettere che Ètienne è molto più complesso di lei, è una chimera, ha mille sfaccettature e facce che non sono ancora saltate fuori completamente, ma è anche il classico ragazzo ricco che sa di essere bello e ne approfitta. Quindi, sebbene i protagonisti mi piacciano entrambi ( so che stupirà tutti ) il mio personaggio preferito è il padre di Régine. Credo che in lui ci sia tutto l'amore del mondo, sia per i suoi figli che per sua moglie, ed è una cosa che adoro.
E per finire: puoi spoilerarci qualcosa sui seguiti? Sono finiti? Li stai scrivendo? Quando verranno pubblicati?
Non posso raccontare molto o verrò linciata, ma posso dirvi che il sequel di Possessum è in fase di scrittura e uscirà probabilmente a maggio 2017. Il suo titolo è « Possessĭo », mentre il terzo si chiamerà « Possessor » ed è tutto nella mia testolina. Mi sbilancio un poco e vi dico che nulla è come sembra!
Okay, ora puoi lasciare un saluto ai lettori (e lanciare una scarpa a me!), noi di Cronache di Lettrici Accanite ti ringraziamo tantissimo per averci concesso questa intervista!
* ride * Non ti lancio nulla, tranquilla! Ciao a tutti e grazie a chiunque mi abbia supportata e mi supporterà leggendo il libro! In particolare grazie a voi per questa bellissima e stimolante intervista, tornerò a sedermi sul divano con un grandissimo sorriso per merito vostro! Grazie ancora e... al prossimo libro?

Come avrete avuto il piacere di vedere, Silvia si è dimostrata molto ben disposta nei nostri confronti e ha risposto a tutto, io non posso far altro se non fangirlare nel mio angolino aspettando di avere il seguito!


Buongiorno cari piccoli divoratori di libri! Nonostante io abbia già scritto di Possessum un po' ovunque e io abbia già scritto un articolo a riguardo, volevo comunque lasciarvi un'altra recensione perché il libro merita veramente molto. Si tratta di una trilogia tutta all'italiana e il primo libro è uscito il 31 Luglio ed è disponibile in formato cartaceo presso amazon (dal 29 Settembre perché sono terminate le copie al momento!) ed è un libro che vi consiglio assolutamente di leggere. Questa storia è tutta made in Italy e merita assolutamente di essere letta poiché ho trovato la trama e il contenuto originali e per niente banali, di certo una storia che potrebbe lasciare il segno, in mezzo a tante altre tutte uguali.

Non mi dilungherò molto, l'autrice ha già detto molto nell'intervista, quindi mi limiterò a fangirlare nel mio angolino e ad elencarvi i vari motivi per cui dovreste comprare questo stupendo libro.

Ecco a voi i motivi:

1 ) Il libro è scritto da un'autrice italiana. Dobbiamo dare spazio a questi autori emergenti, in modo tale che il talento emerga. Insomma, questa scrittrice merita di essere selezionata da una grande casa editrice, ergo, fatela conoscere a qualcuno che la faccia diventare famosa come merita.

2 ) La stora è assolutamente originale. Mitologia etrusca. Mistero. Possessione. Aiuto, è meravigliosa. Insomma, non ho mai letto una cosa del genere. So che sono ripetitiva, ma la storia è davvero meravigliosa e originale. Soprattutto originale, è una ventata d'aria fresca in mezzo a molte storie tutte uguali che a quanto pare hanno più successo (chissà perché!).

3 ) È scritta molto bene, la storia. L'editing lascia a desiderare, questo ve lo dico, ma se non vi fate intimorire dagli strafalcioni non corretti o dalle impaginazioni errate, sono sicura che riuscirete ad arrivare a fondo senza problemi, ma soprattutto, sono sicura che ce la farete.

4 ) I personaggi. Dovete amare Ètienne quanto lo amo io, quindi per amor del cielo leggete questo libro o verrò a frustarvi io stessa.


Ora, onestamente cercavo motivi per cui non leggere il libro, ma non ne trovo nemmeno mezzo. Silvia A. G. Mirth merita di essere letta e conosciuta, non ho altro da aggiungere!

Alla prossima,





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