venerdì 23 giugno 2017

Recensione: L'anima della frontiera - Matteo Righetto





Titolo: L'anima della frontiera
Autore: Matteo Righetto
Editore: Mondadori
Genere: Western
Pagine: 192
Prezzo: 8,99 (ebook)
               15,30 (cartaceo)
Data di pubblicazione: 13 Giugno 2017








Nevada. Sembra il nome di un deserto, e invece è il luogo in cui vive la famiglia De Boer, in alta val Brenta. Una terra circondata da boschi aspri, dove le case si inerpicano su pendii vertiginosi. Sono gli ultimi anni dell'Ottocento e i De Boer, che lavorano nei campi di tabacco, il pregiatissimo Nostrano del Brenta, vivono consapevoli che solo nella muta e rispettosa alleanza tra uomini e natura selvaggia esiste una possibilità di sopravvivenza.
Augusto è il capofamiglia, un uomo taciturno, lavoratore instancabile, capace di ascoltare la voce dei boschi e il fischio del vento. Jole, la figlia maggiore, ha la stessa natura selvatica del padre e una sfrenata passione per i cavalli.
I proventi del tabacco però non sono sufficienti a far campare la famiglia con dignità. Ecco perché Augusto un giorno decide di tentare il viaggio oltre la frontiera austriaca per contrabbandare l'eccedenza del raccolto. Un cammino impervio attraverso sentieri e passaggi impraticabili, minacciato dalle bestie feroci, dagli agguati dei briganti e dalla sorveglianza dei finanzieri.
Jole ha quindici anni quando suo padre stabilisce che è giunto il momento di portarla con sé: qualcun altro deve conoscere la strada. Non passerà molto tempo prima che la ragazza si trovi a dover compiere il viaggio da sola.
Inoltrandosi con solenne lentezza in una natura maestosa, rifugio accogliente e poi, d'un tratto, trappola insidiosa, Jole cerca di portare al sicuro il suo prezioso carico e di capire cosa sia successo al padre, che tre anni prima non ha più fatto ritorno proprio da una spedizione in Austria.


C’era qualcosa che mi incuriosiva in questo libro. La copertina, la trama, questo alone di mistero che avvolgeva il romanzo mi ha affascinata a tal punto da volerlo leggere. Sono sincera: è la prima volta che leggo un romanzo di questo genere e posso dire di essere rimasta abbastanza soddisfatta!


Il mestiere del contrabbandiere è lo stesso del vento. Non ci si deve mostrare, non ci si deve fare afferrare e si deve sempre essere pronti a cambiare direzione.

Ci troviamo alla fine dell’800 in Val Brenta, una zona in cui si produce il tabacco migliore d’Europa. I De Boer sono una famiglia umile; composta da Agnese, la madre, Augusto, il capofamiglia, e tre figli Jole, Antonia e Sergio. La piaga della povertà a quel tempo non riesce a risparmiare nessuno e spesso le famiglie muoiono di fame per la mancanza di viveri. Il lavoro nelle piantagioni di tabacco non è ben retribuito e quel poco che Augusto guadagna è appena sufficiente a sostentare la sua cara famiglia. 

Così, deciso e disperato, sentendo le esperienze di altri contrabbandieri parte per la frontiera, da solo. Il viaggio è lungo ed estenuante ma sa che se riuscirà a superare la frontiera e ad arrivare in Austria tutti i sacrifici fatti, il tabacco sottratto al Re sarà ben ripagato e scambiato con viveri e animali che permetteranno alla sua famiglia di sopravvivere. L’anno successivo, Augusto decide di ripartire ma stavolta ha intenzione di portare la più grande delle sue figlie, Jole. Durante il viaggio il padre le spiega tutto; le insegna a sparare e a proteggersi. Ed è così che Jole intraprenderà la sua avventura dopo soli tre anni. 

Le vere frontiere, così le aveva ripetuto suo padre durante il loro viaggio insieme, sono quelle tra prepotenti e poveri cristi, tra chi si sollazza di cibo e potere e chi invece patisce la fame e deve spaccarsi la schiena per un pugno di polenta. Ecco, queste sì che sono le uniche vere frontiere.
Fondamentalmente questo libro è una storia di viaggi; estenuanti viaggi attraverso le impervie montagne che portano al confine. Jole,nonostante la giovane età, si dimostra davvero coraggiosa e matura. Riuscire ad affrontare un’esperienza del genere da sola non è da tutti. Ma non è una protagonista senza paura. Il modo in cui affronta tutto ciò che le capiterà è ammirevole.
Ma l’assoluta protagonista protagonista di questo romanzo è l’ambientazione che l’autore descriva in maniera molto accurata. 
All’inizio lo stile sembra molto lapidario, quasi distaccato. Mi ci è voluto qualche capitolo prima di abituarmi allo stile scarno e semplice. Inoltre, la lettura è molto scorrevole e, di certo, questo è un punto a favore.
La storia mi ha coinvolto parecchio specialmente nelle ultime pagine. Ero riuscita ad entrare in quel mondo ormai passato. Forse mi ha coinvolto troppo tardi quando tutto stava per volgere al termine. Eppure, nonostante ciò, l’ho divorato in pochissimo tempo. 

Non è un libro che consiglierei a tutti perché potrebbe non piacere per il tipo di narrazione o per la storia. Ma sicuramente lo consiglio a coloro che, come me prima di adesso, non hanno letto nulla di questo genere letterario e vogliono avvicinarsi con curiosità. Insomma, fatemi sapere che ne pensate!

VOTO:
1/2


A presto,

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