martedì 22 novembre 2016

Recensione: E' solo una storia d'amore - Anna Premoli

Buongiorno cari Lettori Accaniti!
Oggi tutto lo staff  CLA si è riunito per analizzare e recensire il nuovo libro di Anna Premoli.
Speriamo che l'idea vi piaccia, così come è piaciuta a noi. Buona lettura!






Titolo: E' solo una storia d'amore
Autrice: Anna Premoli
Casa editrice: Newton Compton Editori
Pagine: 314
Genere: Contemporary Romance
Prezzo: € 4,99 (ebook)
               € 9,90 (cartaceo)
Data d'uscita: 3 Novembre 2016







Cinque anni fa Aidan Tyler ha lasciato New York sul carro dei vincitori, diretto verso il sole e il divertimento della California. Fresco di Premio Pulitzer grazie al suo primo libro, coccolato dalla critica e forte di un notevole numero di copie vendute, era certo che quello fosse solo l’inizio di una luminosa e duratura carriera. Peccato che le cose non stiano andando proprio così: il suo primo libro è rimasto l’unico, l’agente letterario e l’editore gli stanno con il fiato sul collo perché consegni il secondo, per il quale ha già incassato un lauto anticipo. Un romanzo che Aidan proprio non riesce a scrivere. Disperato e a corto di idee, in cerca di ispirazione prova a rientrare nella sua città natale, là dove tutto è iniziato. E sarà proprio a New York che conoscerà Laurel, scrittrice di romanzi rosa molto prolifica. Già, “rosa”: un genere che Aidan disprezza. Perché secondo lui quella è robaccia e non letteratura. E chiunque al giorno d’oggi è capace di scrivere una banale storia d’amore… O no?
Diciamo che l’aspetto da pirata moderno in genere funziona con l’altro sesso. Ma non con Laurel. Non con questa strana creatura che sta talmente bene nella sua pelle da potersi permettere di girare con dei jeans orrendi e senza un minimo di trucco. Sono certo che se si mostrasse un po’ meno sicura di sé, o almeno un pizzico intrigata, la mia strana attrazione nei suoi confronti farebbe in fretta a scemare. Succede sempre. Peccato che in questo momento lei non sembri
intenzionata a fare nessuna delle due cose.

Che Anna Premoli sia brava, non è una novità. Insomma, un po’ tutte abbiamo letto i suoi libri e ci siamo lasciate trasportare dai personaggi e dalla storia. In quest’ultimo romanzo però ha superato se stessa.
Ho letto questo libro due volte, ebbene sì. La prima lo stesso giorno in cui è uscito, a notte fonda, e ho scritto alle mie compagne blogger tutta la mia disperazione per il capolavoro mancato che avevo fra le mani. Mi sembrava un libro bello, ma molto al di sotto degli standard della scrittrice e molto inferiore alle mie aspettative.
È passato qualche giorno e involontariamente continuavo a pensare e ripensare a questo libro, alla fine ho preso il toro per le corna e mi sono messa a rileggerlo con calma, per capire cosa e come mi avesse delusa.
La seconda lettura è stata illuminante. Non solo ho apprezzato ancor di più il personaggio di Aidan, che con il suo sarcasmo, la sua ironia e la sua figura da 
anti-eroe del rosa, mi ha fatta innamorare dalle prime righe, ma ho finalmente capito il messaggio dietro a questo romanzo. Ok, forse se avessi letto anche la parte dei Ringraziamenti fin da subito, l’avrei capito prima, ma erano le due di notte e avevo sonno (e comunque i Ringraziamenti non li legge mai nessuno, ammettetelo).
Sembra quasi che in questo libro la storia d’amore sia marginale. Il vero protagonista di questo romanzo è il genere rosa. Viene affrontato con leggerezza e ironia lo stereotipo che da anni serpeggia nelle librerie e negli ambienti editoriali. È una piccola critica che si riferisce a tutti coloro che considerano il genere rosa come una categoria di libri di serie B, le scrittrici di rosa “donnicciole deboli e insicure” e le lettrici “donne con gravi problemi personali” (cito dal libro). È geniale.
Accompagna una riflessione su questo tema, affrontato da vari punti di vista, ad una storia d’amore “banale” (continuo a citare), che però non lascia mai insoddisfatti o scontenti. Il contenuto è un perfetto mix di serietà e leggerezza che rendono la lettura scorrevole; i personaggi sono imperfetti e capricciosi, a volte sembrano quasi dei bambini, ma allo stesso tempo sanno farti ridere e arrabbiare come pochi.


«Io scrivo rosa, e pure storici, perciò mi capita spesso di imbattermi in un sacco di idioti che mi considerano una demente che non riesce a uscire dal passato. La cosa mi tocca? Nemmeno un po’. Almeno non da quando mi sono guardata dentro e ho finalmente capito che non è importante quello che pensano gli altri, ma quello in cui credo io. A parole siamo sempre tutte brave a dire di non avere problemi con il rosa, anzi, di esserne fiere, ma lo siamo davvero?»

Laurel è forte, indipendente, ma anche un po’ arrogante. Testarda fino allo sfinimento, così tanto che riesce a portare anche te all’esasperazione, insieme ad Aidan. La sua idea dell’amore e della vita è realista, anche se scrive romanzi rosa, e prende in giro spudoratamente i cliché spesso usati e i modi di dire sentiti fino allo sfinimento.
Aidan è sarcastico, ironico e capriccioso. Un po’ infantile, crede che il mondo lo sottovaluti e non è pronto ad accettare la realtà delle cose. Si mette in testa di scrivere un romanzo rosa quasi per gioco e invece resterà stupito da questo mondo e si schiererà apertamente con Laurel, con i suoi modi sfacciati e pungenti che mi hanno sempre divertita.

Questo romanzo mi è piaciuto ed è esattamente all’altezza della Premoli, che si è addirittura superata, inserendo un messaggio forte dietro alla storia, che spero arrivi a più persone possibili.

La parola chiave è apparenza, perché più passa il tempo e più mi pare di intuire che Aidan Tyler sia caduto in una trappola da cui non riesce a uscire: è bloccato nel ruolo del personaggio che si è costruito, quello abituato a non essere messo in discussione, quello a cui basta scostare un riccio dal volto per avere in mano numeri di telefono.






Inizio col dire che questo è il primo libro di questa scrittrice che leggo; si lo so. So cosa state pensando: non si può non aver letto assolutamente niente di Anna Premoli. 
Avete perfettamente ragione! Alla fine mi ero sempre ripromessa di farlo con altri suoi titoli ritrovandomi a non farlo mai, quindi quando mi hanno proposto questa SUPER RECENSIONE DI GRUPPO non potevo che essere contenta.
Devo ammettere però che mi trovo d'accordo con Sara e adesso vi spiegherò anche il perché.

Sono partita una bomba leggendo questo libro, le prime pagine le ho letteralmente divorate e i personaggi mi hanno subito presa.
Inizialmente ho trovato Laurel un personaggio simpatico, il suo sarcasmo con qualche punta di cinismo mi piaceva molto e contrastava con quella che doveva essere la figura di scrittrice di romanzi rosa, perciò questo suo essere anticonvezionale ho pensato che la rendesse in qualche modo speciale.
Ho invece odiato letteralmente Aidan perché l'immagine del dongiovanni sicuro di sé, solo perché piace alle donne e perché ha avuto successo con un unico romanzo, proprio non la posso reggere.
Aidan e Laurel sono entrambi scrittori ma con opinioni diverse sulla letteratura, in particolare su quella rosa
"Perchè i libri sono una forma di terapia:una dose di sogni ad occhi aperti spesso ti ripaga da molte infelici esperienze reali. Tutti hanno bisogno di dimenticarsi per un attimo la propria vita."


Infatti se Laurel si ritiene convinta che le donne che leggono i suoi romanzi non siano meno acculturate di quelle che leggono i romanzi del SIGNOR PREMIO PULITZER (perchè cosi lei chiama Aidan), dal canto suo lui pensa l'esatto contrario e attribuisce a quel genere tutti gli stereotipi che gli uomini gli possano attribuire.
Mi hanno fatto morire dal ridere perché i loro battibecchi sono esilaranti e la protagonista femminile messa a fianco di quello maschile creano un connubio interessante di rispostine sarcastiche e divertenti.
Arrivata però a metà romanzo ho trovato la narrazione un po' più lenta, infatti ci ho messo un po' di più a leggerla rispetto alla prima e all'ultima parte della storia.
A questo punto posso dire che la parte “transitoria” del racconto mi ha fatto cambiare completamente idea sui personaggi. 
Se all'inizio ho odiato Aidan perché un po' troppo spaccone e millantatore, con lo scorrere delle pagine sono arrivata a capirlo e, alla fine, devo ammettere che mi è piaciuto un sacco! Le sue battute sono troppo carine, è simpatico e pur essendo pieno di sé compie un percorso che lo porta a ricredersi e a rivalutarsi. 

"In tutti i romanzi i due protagonisti si trattano con grande diffidenza. Il rispetto è molto più difficile da conquistare dell'amore. Si fanno piccoli passi alla volta."


Al contrario, Laurel mi è stata un po' sul cavolo, passatemi il termine.
Io comprendo il suo essere cinica e il voler separare il suo pseudonimo, ovvero Delilah, dalla vera se stessa, capisco che non le piacciano i pregiudizi che le persone hanno sul genere di romanzi che scrive, capisco che non si fidi completamente del prossimo, capisco il voler sembrare per forza una donna forte e indipendente, ma nelle ultime trenta pagine mi è un po' rimasta antipatica
Chi l'avrebbe detto che avrei cambiato opinione così radicalmente? Sono strana, si sa....
Ed ecco che arriviamo al punto in cui mi trovo perfettamente d'accordo con Sara. La storia d'amore potrebbe sembrare il tema su cui si basa l'intera storia, ma in realtà tutto gira sui romanzi, in particolare il genere rosa e la scrittrice ha voluto mandare un chiaro messaggio ai suoi lettori. 
Un messaggio forte che mi è piaciuto molto e che, come ha detto anche Sara, spero venga colto da tutti coloro che leggeranno questo libro.
Se lo consiglio? Vi piacciono le storie d'amore ironiche? Vi va di passare qualche ora divertendovi leggendo i battibecchi e gli scontri dei due protagonisti? Allora la risposta è SI, SI, SIII!




Inizio con il dire che ho letto tutti i libri di Anna Premoli e che li ho adorati. I suoi personaggi sono divertenti e mi hanno sempre fatto morire dal ridere. E' la sua caratterista: essere più divertente e meno smielata.
Lauren e Aidan si conoscono in un caffè e lui prova subito ad abbordarla, nonostante lei sia vestita praticamente da stracciona (faceva tutto parte di un accurato piano e già questo mi ha fatto ridere un sacco). Aidan ha 35 bellissimi anni e non scrive una riga da 5 anni. Dopo aver vinto il suo grande premio non è più riuscito a mettere niente nero su bianco. Ha bisogno di scrivere un libro e alla svelta perché altrimenti si caccia in un sacco di guai. 
Il loro incontro ha dell'esilarante sopratutto perché lui ha in mano un libro di Laurel e non ne sarà consapevole fino a quando non dovrà fare un'intervista insieme a lei. Si sa, i palloni gonfiati quando sono sotto pressione scoppiano e dicono un sacco di fesserie. Aidan viene sfidato, dovrà scrivere un romanzo rosa e dovrà farlo bene. 
Ho finito da pochi minuti questo romanzo ed ho deciso di mettermi al computer subito, in modo da "poter battere il ferro finché è caldo". Mi è piaciuto, è una lettura leggera e tranquilla, quella giusta da fare in un giorno di pioggia o quando si è semplicemente annoiati. Bhè, io almeno ho fatto così. Sono due protagonisti forti e indipendenti, in grado di pensare a loro stessi (o almeno Laurel, Aidan non sa cosa sta facendo per almeno la metà del tempo) ma con la vita in stallo. Per me, il protagonista maschile, è stata fonte di ilarità per la maggior parte del libro, non ce l'ho fatta, l'ho preso in giro quasi tutto il libro, poveretto. E' comunque, tra i due, Aidan quello che mi è piaciuto di più. E' il personaggio dinamico, quello che alla fine ha avuto un reale cambiamento tra i due. Lei è davvero carina ma... Non mi ha fatto impazzire per niente. Troppo testarda, troppo orgogliosa e poco incline a fare in modo le cose vadano diversamente. 
"Potrà sembrare banale e già visto, eppure ogni volta che due persone si innamorano davvero, e scelgono con cognizione di causa di stare insieme, avviene un piccolo miracolo: la quotidianità cambia e nulla pare più essere lo stesso. Nemmeno il modo in cui concepivi te stesso."
Secondo me in questa frase c'è il molto di vero. E anche molto su cui riflettere. L'amore arriva e ti stravolge la vita e non ci si può fare proprio niente ma, quando decide di dare anima e corpo ad una persona lo dovete fare con la testa sulle spalle, ben coscienti di ciò che comporta. E vi assicuro che non è una brutta cosa concedersi a qualcuno in toto, basta usare il cervello. 
Ok, dopo questa perla vi lascio, dicendovi che si consiglierei questo libro, non tanto per la storia quanto per la discussione del genere rosa in sé. Secondo me è una riflessione giusta ed era davvero il momento che qualcuno dicesse qualcosa, che sia stata Anna Premoli è stata solo una conferma della sua genialità. 






Lo so, lo so. In questo momento starete pensando: "Ma queste quanto parlano? Quante sono?!"
Lo giuro, sono qui per fare un breve commento e non una vera e propria recensione. Credo che ormai la maggior parte delle cose le abbiano dette le mie colleghe quassù, io però voglio soffermarmi sulla discussione del genere rosa.
Quando ho iniziato questo libro, Aidan mi sembrava un vero cretino, quasi lo odiavo per quello che diceva sui romanzi rosa. Sarà perché mi sentivo punta nel vivo, perché se sono qui in questo post è perché anch'io leggo questo genere di romanzi. 
E poi, mentre leggevo, ho cominciato a riflettere. Ma noi, di questi Aidan, quanti ne incontriamo ogni giorno? Quante volte ho incontrato persone che mi chiedevano "Ah, ma hai un blog? Che recensite?" ed io rispondo "Eh, un po' di tutto. Dai thriller, ai paranormal, ai romanzi rosa.." e puntualmente la loro risposta è: "Ah, io non leggo quei libri". Perché miei cari, con quel "quei" viene espresso tutto il disgusto e la ripugnanza che queste persone hanno verso i libri rosa. E diciamocelo, sono tante. 
La prima cosa che ho pensato quando ho finito il romanzo è che Anna Premoli è un genio. Per una volta un suo romanzo mi ha catturata in pieno. 
Perché è vero che il genere rosa è uno dei più letti ma anche uno dei più considerati di serie B. Ma è così davvero? Esiste davvero una distinzione tra serie A e serie B? Un libro è un libro. Non perché un classico in quanto tale deve essere considerato di serie A e un romanzo rosa necessariamente relegato alla serie B. Ogni libro ha la sua storia dietro, ha un suo perché, ha un lavoro pesante alle spalle. Un classico e un romanzo rosa non saranno mai la stessa cosa, perché ci sono così tanti diversi fattori che influiscono nella stesura di un romanzo che non possono essere paragonati.
Il tempo passa, i generi cambiano e si evolvono, nulla resta mai uguale a se stesso. E lo vediamo ogni giorno sotto ai nostri occhi, con questa tecnologia che avanza e le cose che fino a 60 anni fa sembravano impossibili ora sono alla portata di tutti, o quasi. 
Perciò questa distinzione, questo accanimento nei confronti del genere rosa in particolare è una cosa del tutto stupida. E il romanzo della Premoli ci aiuta a capirlo, soprattutto quando Aidan si ritrova nei panni di quelle autrici che tanto ha disprezzato e si rende conto che anche scrivere un banalissimo romanzo rosa non è una passeggiata.
Qualsiasi cosa venga scritta non è una passeggiata. E' sudore, è fatica, è sacrificio. Dietro ogni libro c'è un grande lavoro. Dal più "scarso" al più "eccellente".
E niente, chiuderei anche qui. Ci tenevo tanto a dire la mia su quest'argomento perché mi tocca da vicino e spesso mi sento giudicata per i libri che leggo. Con la differenza che almeno io leggo. Gli altri no.
Alla prossima! La vostra,





VOTO:


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